simboli di genere

B Woman: l’inclusività per superare il gender gap

Spesso sentiamo parlare di gender gap” nelle discipline STEM, e numerose indagini e studi vengono fatti a riguardo ogni anno. Noi donne di BinHexS (includiamo nel discorso chi scrive questo articolo perché è anch’essa una donna) possiamo, nel nostro piccolo, confermarlo: il settore dell’IT è caratterizzato principalmente dalla presenza maschile, ma qualcosa si sta muovendo; noi stesse possiamo dimostrarlo.

Fino a pochi anni fa, infatti, le donne in azienda si contavano sulle dita di una mano, mentre oggi siamo quasi un terzo della forza lavoro totale, e recentemente sono entrate nei team puramente tecnici (e totalmente al maschile fino al 2023) un paio di nuove risorse di genere femminile. E si prevede di crescere in questo senso!

Oggi diamo la parola proprio ad una di loro, Ilaria Castellani, entrata da pochissimo nel team retail.


Verdiana (Intervistatrice): Qual è la tua giornata tipo in BinHexS e quali sono le sfide principali che stai affrontando?

Ilaria: “Premetto che sono entrata da due mesi in azienda come IT Service Desk Retail Technician, in un ruolo nuovo, e la sfida principale è imparare le numerose cose che ci sono da comprendere e conoscere per lavorare al meglio nel quotidiano, ed è molto stimolante. I colleghi sono molto disponibili. Quello di cui mi occupo in sostanza è dare supporto su problematiche hardware e software tramite telefono e da remoto ai vari utenti dei punti vendita del Cliente. Si passa dall’assistenza più immediata e ‘basic’ a supporto su attività più legate al backend”.

V: Ci sono degli obiettivi che ti sei prefissata di raggiungere a livello lavorativo?

I: “A livello professionale, nel breve termine punto ad arrivare a un livello di conoscenza e capacità tecniche pari ai miei colleghi più skillati, parlo di coloro che sono usciti da istituti tecnici informatici, quindi hanno studiato la materia. Nel lungo termine, vorrei vedere più attività e magari mi piacerebbe assumere il ruolo di coordinatrice o puntare su un altro reparto, ad esempio il lavoro di project manager mi affascina”.

V: Quali sono invece le tue più grandi passioni?

I: Sono una persona che spazia molto, anche se dal lavoro che faccio potrebbe non sembrare così: mi appassionano gran parte delle arti, come il disegno artistico, la pittura e la scultura, ho provato varie tecniche. Mi piace molto anche scrivere poesie e leggerle, mi permette di esprimere le mie emozioni. Anche la musica mi piace molto perché mi rilassa, ed amo molto la fotografia, la quale mi accompagna quando viaggio. Un’altra attività che mi appassiona sono le escursioni in montagna, mia mamma è originaria del Trentino, quindi, sin da bambina faccio lunghe passeggiate”.

V: Veniamo al tema del ruolo della donna… come percepisci la parità di genere in Italia e, dal tuo punto di vista, cosa andrebbe fatto per raggiungerla?

I: “Quello che vorrei è un ruolo della donna più egualitario, dove ci siano stessi diritti, stesse possibilità e stessi riconoscimenti in paragone al genere maschile. In Italia la situazione è migliorata molto rispetto a qualche decina d’anni fa, però, rispetto anche ad altri paesi, c’è ancora molta strada da fare. A livello aziendale, invece, vedo che c’è l’intenzione di aumentare il numero di risorse femminili e che c’è la consapevolezza riguardo all’inferiorità numerica di personale donna; ad esempio, se penso a BinHexS, il mio reparto è costituito praticamente solo da uomini, ma c’è la volontà di integrare nuove risorse di genere femminile. Sono dell’idea che la parità sarà raggiunta solo con meritocrazia e accesso all’istruzione senza discrimine o pregiudizio di genere. Tutto ciò potrà essere realizzato lavorando sia sull’educazione delle nuove generazioni, sia sulle persone più adulte, mostrando dati concreti e analisi a sostegno, non ‘informazione di pancia’”.

I: “Quello che vorrei aggiungere è che per me prima ancora di essere donne o uomini, è importante ricordarsi di essere persone, di avere di fronte un altro essere umano, e pertanto meritevole di rispetto e riconoscimento, tutto il resto viene dopo e contribuisce a definire poi l’identità e le sfaccettature personali. Quello che dobbiamo fare è certamente continuare il dibattito sulla parità includendo tutti, ascoltando quindi anche quello che hanno da dire gli uomini e le altre identità di genere; escludere dei gruppi di persone dal dibattito potrebbe portare più danni che benefici. Il femminismo, malgrado il nome, deve essere inclusivo, ricordando sempre il paradosso della tolleranza: essere intolleranti verso l’intolleranza”.


Vi invitiamo al prossimo appuntamento, che uscirà domani su tutti i nostri canali, per nuove storie di donne nel mondo del lavoro e nell’IT.