La trasformazione digitale applicata al mondo della sanità porta in dote sia la promessa di migliorare la qualità dei servizi al cittadino sia di accelerare la ricerca di terapie e cure farmacologiche migliori. E’ infatti dalla raccolta, classificazione e analisi dei dati prodotti dai moderni sistemi diagnostici raccolti nel percorso clinico dei pazienti che si possono identificare le terapie più efficaci per le diverse tipologie di pazienti, ottimizzare l’impiego delle risorse sanitarie e, in generale, garantire avanzamenti nei campi della ricerca scientifica e farmaceutica. Un potenziale che oggi resta in gran parte inespresso a causa dell’arretratezza dei sistemi informatici e dalla segregazione in silos dei dati sanitari, con grandi ostacoli alla condivisione senza peraltro avere tutele valide sui fronti della sicurezza e della privacy. Un limite che potrà essere superato grazie anche al finanziamento da 15,6 miliardi di euro previsto dalla missione 6 del PNRR dedicato alla digitalizzazione della Sanità. Un’occasione per un rinnovamento infrastrutturale capace di collegare tutti gli attori della filiera territoriale per migliorare servizi, efficienza e supportare la ricerca.
Quali strumenti servono alla sanità digitale? Innanzitutto gli strumenti per integrare, archiviare e ricercare dati eterogenei dalle fonti più disparate: esami di laboratorio, immagini diagnostiche, video, cartelle cliniche e altri documenti significativi. Questo è possibile dotandosi delle interfacce verso i numerosi protocolli, sia proprietari sia standard, in uso nel mondo sanitario, quindi di sistemi database multi-model altamente scalabili per l’archiviazione la gestione delle logiche ad eventi con cui automatizzare, per esempio, i processi di ricovero, dimissione o trasferimento dei pazienti in altre strutture assistenziali. Funzioni di sicurezza, selezione e anonimizzazione dei dati permettono di alimentare i portali di servizi al paziente e agli operatori sanitari, ma anche i sistemi per la gestione amministrativa delle strutture e dare supporto a ricerche in campo epidemiologico e farmaceutico.
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